Quest’anno che sta per terminare è stato un anno abbastanza intenso, dove abbastanza è un eufemismo. È tempo di bilanci e di propositi, tuttavia trovo davvero scontato e anche poco interessante fornire un resoconto di quello che è andato e quello che non è andato. Per questo ho pensato che potesse essere più interessante darvi tre consigli di lettura sulla base di quel che ho letto quest’anno.
I gusti letterari sono sicuramente molto personali e dicono tanto anche di come si è vissuto l’anno. Quali temi ci hanno attratto? Cosa ci passava per la testa? Beh, questa è una selezione del mio anno per voi.
Ecco quindi i 3 libri che ho amato di più durante quest’anno:
1. Hijra - Saif ur Rehman Raja (Fandango, 2024)
Leggere questo libro vuol dire fare un’esperienza fuori dalla propria comfort zone. Soprattutto se (come nel mio caso) si è nati e cresciuti in un contesto privilegiato. È un libro che ci rende tutti più consapevoli della diversità che è parte del nostro tempo e ci invita ad abbracciarla. Inoltre, è scritto molto bene e si legge in un battibaleno. Una lettura consigliata per entrare nel 2025 e capire bene l’Italia e il mondo contemporaneo che come dice l’autore appartengono ai meticci. E in fondo, lo siamo un po’ tutti.
Sinossi:
Per Saif c’è un prima e un dopo, il prima è l’infanzia a Rawalpindi, insieme ad Amma Shakeela, sua mamma, i due fratelli minori e la grande famiglia del nonno materno, tutti dentro la stessa casa con il cortile scoperto da cui entra la pioggia e si vede il cielo, con la ritualità delle spezie e il cibo in comune, come anche i problemi; un dopo solitario a undici anni, quando Amma raggiunge Abba Shabbir, suo padre, in Italia, con i figli minori. Il dopo sono i due anni di attesa prima di raggiungerli, esposto ai pericoli per il suo essere non conforme, perché Saif ama ballare, ama cucinare, ama pettinare i capelli delle cugine, tutte attività per “femmine”. Ma il dopo è anche l’Italia, il ricongiungimento con i genitori a Belluno, accerchiato dalle montagne, lontano dagli odori conosciuti e dagli amici, sommerso dalla neve e dal pregiudizio che per la sua pelle e la sua cultura tutti gli cuciono addosso. Quando torna in Pakistan, lo accolgono come il nipote italiano, che non può rappresentare le tradizioni familiari. Entrambi i paesi prendono le distanze da lui poiché non è “puro”. Troppo pakistano per gli italiani, troppo italiano per i pakistani, un apolide involontario, senza un paese che lo accolga e senza una famiglia che lo riconosca, perché Saif è omosessuale, o come dice il padre, un hijra, un mezzo uomo da virilizzare a forza di botte. Come si conquista il diritto a definirsi in autonomia quando tutto ciò che ti riguarda sono etichette di altri? Come si disegna l’identità all’interno di un universo oppositivo? Un ragazzo in bilico tra due culture, ostaggio di un doppio pregiudizio, determinato a decidere da sé sui propri desideri, sulla propria identità e sulla propria appartenenza.
2. La strada verso est - Philippe Sands (Guanda, 2017)
Titolo originale “East West Street”.
In un periodo in cui si è tornati a parlare con insistenza di genocidio e di crimini contro l’umanità, questo libro racconta come questi reati sono diventati parte del diritto internazionale e le vicende delle persone che si sono battute per il riconoscimento delle stesse. È un libro molto interessante che aiuta anche a capire le criticità del diritto internazionale, soprattuto se non si ha bene idea di come funzioni. Mi sono trovato a leggerlo casualmente, avendo anche la fortuna di farlo vicino ad alcuni dei luoghi che sono protagonisti della narrazione come il Castello di Wawel a Cracovia. Non è un testo che si mastica facilmente, soprattutto se come me non siete esperti di diritto. Compenserete bene se invece vi appassiona la storia e le storie. In ogni caso ne vale la pena.
Sinossi:
Nel 2010, per tenere una conferenza sui crimini di massa e sul processo di Norimberga, l’avvocato e accademico britannico Philippe Sands arriva a Leopoli, una città densa di storia che oggi in ucraino si chiama L’viv. Ai tempi dell’Impero austroungarico, quando la stessa città si chiamava Lemberg, vi nacque il nonno materno di Sands, Leon Buchholz, che ha sempre coperto di silenzio il suo passato di ebreo sopravvissuto alle persecuzioni naziste. Parte da qui la ricerca narrata in questo libro: dalla spinta a colmare il vuoto nella storia di famiglia e insieme dal desiderio di ripercorrere i retroscena – storici, politici, giuridici, filosofici – del processo che rinnovò il diritto internazionale e pose le basi del movimento per i diritti umani. E, se le vicende private di Leon Buchholz e della sua famiglia si fanno emblematiche della tragedia di un popolo, a queste si intrecciano la vita e il lavoro dei due giuristi che studiarono alla stessa università, quella di Leopoli, pur senza mai incontrarsi e che elaborarono i due concetti giuridici su cui costruire l’accusa a Norimberga: quello di «genocidio» e quello di «crimini contro l’umanità». E Norimberga, il luogo verso il quale convergono tutte le storie qui raccontate da Sands, diventerà il teatro in cui le due categorie verranno fortemente dibattute e in cui compariranno per l’ultima volta i grandi criminali nazisti. Fra questi, figura di spicco sarà un’altra straordinaria mente giuridica: Hans Frank, governatore nazista del territorio di cui Lemberg era parte, un uomo che mise le sue capacità al servizio di Hitler e dell’Olocausto e che infine fu condannato a morte.
Il mondo senza di noi - Alan Weisman (Einaudi, 2007)
Titolo originale “The World Without Us”
Questa è una rilettura, avevo già letto questo libro durante gli anni del liceo. Gli anni aggiungo consapevolezza, perché come saprete mi occupo di tematiche ambientali nella mia ricerca psicologica e quindi devo dire che l’ho letto con altri occhi. Comunque questo libro è prima di tutto un viaggio, con due direzioni. La prima va verso la scoperta di posti meravigliosi che prima di leggere questo libro non avevo idea esistessero e che ora sono nella mia lista di posti da vedere prima o poi. La seconda direzione è quella che aiuta a capire e prendere consapevolezza dell’impatto che la nostra specie ha ed ha avuto sul pianeta che abitiamo, e che allo stesso tempo ci aiuta a capire come non siamo gli unici inquilini dello stesso.
Sinossi:
Guardatevi intorno, nel mondo d'oggi. La vostra casa, la vostra città. Il terreno circostante, con il manto stradale, e il suolo nascosto al di sotto. Lasciate tutto com'è, ma togliete gli esseri umani.
Cancellateci, e osservate ciò che rimane. Come reagirebbe il resto della natura se all’improvviso si trovasse sollevata dall’incessante pressione che esercitiamo su di essa e sugli altri organismi? Quanto ci metterebbe la natura a recuperare il tempo perduto? A disfare le nostre monumentali città, i composti plastici, i rifiuti tossici? Riuscirebbe a cancellare le nostre tracce? E noi, con la nostra arte e le nostre creazioni, lasceremmo una traccia di qualche tipo, nel mondo senza di noi? Viaggiando attraverso le parti del mondo già «de-umanizzate», e avvalendosi della consulenza di esperti e di una scrittura sobria e coinvolgente, Weisman disegna il pianeta come sarebbe se un’epidemia o una catastrofe eliminassero per sempre gli esseri umani. E scrive un saggio che indaga il nostro impatto sulla Terra a ogni pagina, che i lettori e i critici hanno da subito avvertito come un punto di svolta.
Spero che questi consigli di lettura possano attirare il vostro interesse. Se doveste leggere questi libri o li aveste già letti, non esitate a farmi sapere cosa ne pensate.
Approfitto per questa parentesi per ricordarvi che se siete in procinto di approcciarvi al 2025 con i migliori propositi trovate un episodio del podcast che potrebbe aiutarvi a rendere i propositi per il nuovo anno molto più efficaci.
Eccolo qui:
Vi ricordo anche che il podcast e la newsletter ritornano nel 2025, che spero di annunciarvi presto qualche novità sul podcast. Ci vedremo sentiremo (quasi) ogni venerdì, alternando nuovi episodi e nuove uscite della newsletter.
Buona fine 2024 e buon inizio 2025!
Giovanni